In sintesi
- 🎬 Pinocchio di Roberto Benigni
- 📺 Rai Movie alle 21:10
- 📖 Il film racconta la storia fedele al romanzo di Collodi, seguendo le avventure di Pinocchio in un kolossal italiano dal grande impatto visivo e stilistico, adatto sia alle famiglie che agli appassionati di cinema che vogliono analizzare un’opera discussa e ambiziosa della carriera di Benigni.
Pinocchio di Roberto Benigni, Carlo Collodi, Rai Movie e il fascino senza tempo del burattino più famoso del mondo tornano protagonisti della prima serata di sabato 27 dicembre 2025. Una scelta che unisce nostalgia, cinema italiano ad alto budget e uno dei progetti più discussi della carriera del premio Oscar toscano. E per chi ama le letture critiche e un po’ nerd, questo film è un vero territorio da esplorare.
Cosa vedere stasera in TV: Pinocchio, Roberto Benigni e Collodi su Rai Movie alle 21:10
La proposta più interessante della serata è senza dubbio Pinocchio, il kolossal del 2002 diretto, interpretato e fortemente voluto da Roberto Benigni. Va in onda alle 21:10 su Rai Movie in una versione televisiva da 155 minuti, perfetta per una serata dedicata alla famiglia ma anche per chi ama studiare le scelte stilistiche di uno dei progetti più ambiziosi del cinema italiano contemporaneo.
La trama, fedele al romanzo di Collodi, segue il percorso di crescita del burattino ribelle nato dalla fantasia di Geppetto e lanciato in una serie di avventure che oscillano tra comico, fantastico e didascalico. Ci sono tutti: il Gatto e la Volpe, Lucignolo, la Fata Turchina, il Paese dei Balocchi e naturalmente il celebre e doloroso impiccagione evitato in extremis grazie all’intervento della fata. La storia resta quella di sempre, un romanzo di formazione travestito da fiaba, con una morale che ancora oggi resiste all’usura del tempo.
Pinocchio di Roberto Benigni: un film gigantesco, coraggioso e controverso
Per gli appassionati di cinema, Pinocchio è soprattutto un caso di studio. Mai prima di allora un film italiano aveva investito una cifra così alta: circa 60 milioni di euro tra produzione e promozione, un budget da kolossal hollywoodiano. Benigni, reduce dall’enorme successo internazionale de La vita è bella, decise di tirare il dado più pesante della sua carriera e mettersi alla prova con uno dei personaggi più delicati della tradizione italiana. Il risultato fu un’opera monumentale nelle scenografie e nei costumi (premiati con due David e un Nastro d’Argento), ma accolta con freddezza dal pubblico e stroncature pesanti all’estero.
Chi ama scavare dietro la patina dei film sa bene quanto questo titolo sia diventato quasi un “case study” da manuale: grandiosa ambizione artistica, cast enorme, fedeltà al testo originale, estetica teatrale e recitazione volutamente sopra le righe. Una scelta radicale, certo non per tutti, che però oggi appare molto più interessante da rivedere a distanza di oltre vent’anni, soprattutto per capire come Benigni abbia provato a costruire un mondo pittorico e fiabesco fuori dalle logiche commerciali.
Il pubblico all’epoca reagì con sorpresa e un po’ di smarrimento: MyMovies registra una media di 2.97, segno che l’esperimento non arrivò davvero al cuore degli spettatori. Eppure, nel tempo, questo Pinocchio ha sviluppato una piccola nicchia di cultori: chi apprezza la filologia del testo di Collodi, chi adora gli eccessi scenografici di Danilo Donati, chi vede un valore quasi museale in questo cinema “artigianale” ma mastodontico. È uno di quei film che dividono, e questo lo rende culturalmente più vivo di quanto si pensi.
Cosa aspettarsi dalla visione di stasera
Questa messa in onda in versione lunga lo rende perfetto per una serata tranquilla, magari con i più piccoli, ma anche per chi vuole riscoprire l’oggetto cinematografico più discusso della carriera di Benigni. Alcune sequenze hanno una forza iconica che emerge meglio sul piccolo schermo: la trasformazione, le scenografie fiabesche, gli incontri con personaggi secondari interpretati da un cast enorme di caratteristi, scelta che oggi appare quasi rivoluzionaria rispetto alla tendenza contemporanea al minimalismo.
- È un film ideale per chi ama le trasposizioni fedeli ai classici.
- È perfetto per chi vuole analizzare un titolo che ha segnato, nel bene e nel male, la storia recente del cinema italiano.
Tra le cose più curiose, resta tuttora sorprendente il contrasto tra i riconoscimenti italiani e il famigerato Razzie Award come Peggior Attore consegnato a Benigni: un paradosso che racconta molto su come il cinema europeo e quello americano valutino diversamente lo stile attoriale e le opere che sfidano le convenzioni.
Rivedere Pinocchio oggi significa anche recuperare uno spaccato di inizio anni Duemila: un periodo in cui il cinema italiano sognava di tornare grande, puntava su produzioni titaniche e aveva il coraggio di rischiare. Un film che, nel bene e nel male, rimane unico. E per questo, a distanza di anni, continua a far discutere. Se stasera cercate qualcosa di più di un semplice intrattenimento, questa è la scelta giusta.
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