Quando una nonna si trova davanti allo schermo dello smartphone del nipote e scopre conversazioni con profili sconosciuti o contenuti palesemente inadeguati per la sua età , vive un momento di profonda inquietudine. Non si tratta di allarmismo generazionale o di nostalgia per un’infanzia senza tecnologia: è una preoccupazione legittima che merita ascolto e azione concreta. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, circa il 60% dei minori utilizza social network pur non avendo l’età minima richiesta, spesso con il consenso implicito o la disattenzione dei genitori.
Il dilemma educativo tra generazioni diverse
La questione centrale non riguarda tanto la tecnologia in sé, quanto il vuoto di comunicazione che si crea tra nonni e genitori su temi così delicati. I nonni di oggi appartengono a una generazione che ha conosciuto internet in età adulta, ma proprio questa prospettiva esterna può offrire uno sguardo più obiettivo sui rischi digitali. Quando una nonna esprime preoccupazione e viene liquidata con frasi come “esageri sempre” oppure “ormai fanno tutti così”, si innesca una dinamica frustrante che mina il suo ruolo educativo e lascia i bambini senza protezione adeguata.
Il problema si complica ulteriormente quando i nipoti vengono affidati alle cure dei nonni per pomeriggi interi o weekend: in questi momenti, chi stabilisce le regole? Come può una nonna far rispettare limiti che i genitori stessi non applicano con coerenza? La risposta sta nella costruzione di un dialogo chiaro che metta tutti sulla stessa lunghezza d’onda.
Comprendere i rischi reali senza demonizzare
Prima di aprire il dialogo con i genitori, è fondamentale che i nonni acquisiscano una conoscenza precisa dei pericoli digitali, andando oltre l’impressione generica che “internet è pericoloso”. La Polizia Postale registra migliaia di casi di adescamento online, cyberbullismo e diffusione di immagini inappropriate che coinvolgono minori ogni anno.
I comportamenti più rischiosi includono la condivisione di dati personali come indirizzo di casa, nome della scuola o orari delle attività . Anche la pubblicazione di foto in contesti privati come bagno, cameretta o in costume rappresenta un pericolo concreto. L’accettazione di richieste di amicizia da profili sconosciuti, la partecipazione a challenge virali potenzialmente dannose e l’accesso a piattaforme con contenuti violenti o inappropriati completano il quadro dei rischi principali.
Documentarsi su questi aspetti specifici permette di affrontare la conversazione con i genitori portando esempi concreti anziché timori vaghi, aumentando significativamente la credibilità del proprio intervento. Non si tratta di seminare il panico, ma di offrire un quadro realistico della situazione.
Costruire un ponte comunicativo con i genitori
L’approccio alla questione determina spesso l’esito del confronto. Accusare i genitori di negligenza o presentarsi come “salvatori” dei nipoti genera inevitabilmente resistenze e chiusure. Una strategia più efficace prevede di posizionarsi come alleati preoccupati che desiderano supportare le scelte educative della famiglia, non sostituirle.
Un momento opportuno potrebbe essere creato condividendo un articolo di cronaca locale su episodi problematici legati all’uso dei social da parte di minori, oppure proponendo di guardare insieme un documentario sul tema. Questo approccio indiretto spesso abbassa le difese e apre spazi di riflessione condivisa, senza mettere nessuno sulla difensiva.
Nel dialogo conviene privilegiare frasi come “Ho notato che Marco usa molto il telefono quando è con me, vorrei capire come preferite che gestisca la situazione” oppure “Mi sono informata sui social che usano i bambini oggi e ho scoperto cose che mi hanno sorpresa, possiamo parlarne?”. Anche chiedere semplicemente “Quando Sofia è da me, quali sono le regole che volete che rispetti riguardo allo smartphone?” può aprire la strada a un confronto costruttivo.

Questo linguaggio collaborativo riconosce l’autorità genitoriale senza rinunciare al proprio ruolo attivo nella crescita dei nipoti. Si crea così un’alleanza educativa dove tutti remano nella stessa direzione.
Stabilire regole chiare per il tempo trascorso insieme
Una volta aperto il canale comunicativo, è essenziale definire linee guida condivise e coerenti che valgano anche durante il tempo con i nonni. L’ideale sarebbe creare insieme ai genitori un piccolo “accordo digitale familiare” che preveda regole precise e sostenibili.
Le fasce orarie in cui è consentito l’uso dei dispositivi dovrebbero essere chiare, così come l’elenco delle applicazioni e piattaforme autorizzate per l’età specifica. La regola degli spazi comuni rappresenta un punto fermo importante: utilizzare i dispositivi solo in ambienti condivisi, mai in cameretta con porta chiusa. Anche le conseguenze in caso di violazione delle regole vanno concordate in anticipo, così come i momenti settimanali di verifica insieme dei contenuti visualizzati e delle interazioni.
La Società Italiana di Pediatria raccomanda che i bambini sotto i 13 anni non abbiano profili personali sui social network e che l’accesso a internet avvenga sempre con supervisione attiva di un adulto. Queste indicazioni offrono ai nonni una base scientifica su cui fondare le proprie richieste ai genitori.
Trasformare la preoccupazione in opportunità educativa
I nonni possono diventare preziosi mediatori digitali, figure che aiutano i bambini a sviluppare senso critico e consapevolezza nell’uso della tecnologia. Questo ruolo non richiede competenze tecniche avanzate, ma piuttosto la capacità di fare domande: “Chi è questa persona che ti ha scritto?”, “Come ti sei sentito leggendo quel commento?”, “Secondo te è giusto pubblicare questa foto?”.
Proporre attività alternative durante il tempo insieme – laboratori creativi, passeggiate, cucina, giochi da tavolo – non è nostalgia del passato ma creazione di spazi relazionali autentici dove i bambini sperimentano forme di gratificazione e connessione diverse da quelle digitali. Questi momenti costruiscono ricordi e competenze che nessuna app potrà mai sostituire.
La sfida che i nonni di oggi affrontano richiede coraggio e determinazione, ma soprattutto la capacità di ricordare ai genitori che proteggere i figli dai rischi digitali non significa privarli della tecnologia, ma accompagnarli a usarla con saggezza. In questo percorso, l’esperienza e la sensibilità dei nonni rappresentano una risorsa preziosa che la famiglia non può permettersi di ignorare. Il loro sguardo esterno e la loro disponibilità di tempo possono fare la differenza nella crescita equilibrata dei nipoti.
Indice dei contenuti
